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Comunità OFM Convento Eremo S. Felice - Cologna Veneta (VR)

Eremo San Felice

III Domenica di Avvento Anno A

2025-12-13 17:01

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Riflessioni,

III Domenica di Avvento Anno A

DUBITI? Is 35,1-6.8.10   Sal 145   Gc 5,7-10   Mt 11,2-11 Dopo la vigilanza-attenzione (apertura di cuore e mente che ci rende davvero attenti) della

DUBITI?

 

Is 35,1-6.8.10   Sal 145   Gc 5,7-10   Mt 11,2-11

 

Dopo la vigilanza-attenzione (apertura di cuore e mente che ci rende davvero attenti) della prima di Avvento, e l’esortazione alla penetrazione-intelligenza dei segni di Dio (Isaia parlava del dono dello spirito d’intelligenza) della seconda, l’Avvento ci indica in questa domenica un terzo passo verso il discernimento, e cioè d’imparare a valutare-giudicare le cose... Chi ha intrapreso un cammino di consapevolezza(basato su di una nuova capacità di vigilanza ed attenzione -prima di Avvento-), ed ha poi iniziato a maturare una più profonda abitudine a leggere dentro le cose (seconda di Avvento) attraverso la luce dei significati valoriali ( comprensione-intelligenza delle cose, mediata dai significati valoriali), sa che poi è importante il terzo passo, e cioè fare valutazioni-giudizi attenti ed intelligenti, senza essere precipitosi nelle decisioni, che sarebbero immature (impulsive) senza aver prima compreso bene dove ci si trova

Ciò che porta frutto nella vita spirituale cristiana non è la partecipazione a grandi liturgie ma l’umile e segreto lavoro di lettura, riflessione intelligente, confronto, portato avanti con sobria perseveranza. Questo sì forma cristiani maturi, consapevoli, preparati. Si tratta pertanto, a questo fine, d’acquisire un metodo essenziale, fatto di poche attenzioni, ma vissute con costanza e macinate con fedele stabilità day -by-day. Sarete costanti e salverete le vostre anime.

 

Le prove non mancano mai nella vita, non sono mai finite! Giovanni il Battista è da tempo in carcere, rinchiuso nella terribile (!) fortezza del Macheronte (non una passeggiata…) Com’è difficile credere e sperare in questi momenti! Il Battista doveva essere certo disorientato per la diversità di prospettiva che Gesù, ma ciò che lo metteva in difficoltà era che fra i segni messianici (cfr. l’elenco di Isaia e profeti: ciechi che vedono, sordi che odono, muti che parlano, storpi e rattrappiti che camminano, morti che sono rianimati e, fra tutti questi, quello del “Regno annunciato ai poveri”). Fra i segni messianici vi è quello della salvezza estesa ai prigionieri: si comprende come il Battista dica “io sono ancora in carcere senza rimedio, sei il Messia, o ne dobbiamo attendere un altro?” “Sei tu quello che deve venire?”(in greco o erkomenos).Quello annunciato dal Battista in Mt.3,11 è il profeta escatologico “Colui che viene nel nome del Signore” è la denominazione del profeta escatologico…“O dobbiamo aspettarne un altro?”

Giovanni dubita (come è difficile sperare!) dando voce ai dubbi serpeggianti non solo fra i suoi discepoli, ma anche fra i lettori del Vangelo. Eccoli i dubbi: insomma, quale giudizio possiamo dare? Come giudicare, comprendere, valutare le opere di Gesù? Sono davvero sufficienti per accreditarlo come il Messia atteso? Giovanni soffre, PATISCE, in sé una reale contraddizione dimostrandoci come sia difficile esprimere valutazioni, e giudizi sereni! Gesù è costretto ad uscire allo scoperto ed a rivelarsi per permettere al lettore di Matteo di fare un passo avanti nell’iniziazione cristiana. È il passo che ci chiede di fare questa domenica di Avvento. Nel fornire un giudizio Gesù, tuttavia, non si sostituisce al Battista, né a noi, ma ci mette in grado di esprimere noi stessi la nostra valutazione, accompagnandoci però passo, passo a farla: -prima cita un’antologia di testi scritturistici -alla fine dice una sua frase, rivelativa della sua identità, “Beato chi non trova in me motivo di scandalo”

Cosa ci sta dicendo? Che sì, il dubbio del Battista (e nostro) è comprensibile, poiché che Gesù sia il Messia non è una cosa tanto evidente da imporsi da sola a tutti… DUNQUE … per aderire a Gesù vi è uno scandalo da superare: quello d’un messia povero, disarmato, impotente, oscuro! Pertanto la costanza, la pazienza, la speranza, la perseveranza invocate in questa domenica: sono le virtù richieste per essere capaci di superare quello scandalo inevitabile che comporta l’adesione a Gesù!

 

Dopo il v7 inizia una lunga testimonianza di Gesù su S. Giovanni. Il Battista ha ormai esaurito la sua missione, mentre Gesù deve raccoglierla e portarla a compimento. In questi versetti c’è un sorprendente colpo d’ala, una trasformazione bellissima: si passa infatti dal DUBBIO DI GIOVANNI SU GESU’ ALLA CERTEZZA DI GESU’ SU GIOVANNI attraverso una formulazione in tre domande:

--1. Cosa siete andati a vedere? (v.7) --2. E allora cosa siete andati a vedere? (v.8)--3. Ebbene cosa siete andati a vedere?(v.9)

Non una canna sbattuta dal vento, cioè non un uomo debole, incerto, influenzabile, volubile, nemmeno un potente, un ricco, ma un asceta e uomo di Dio, sì profeta ma anche più di un profeta! Non un profeta come altri o come tanti ma IL PRECURSORE del Messia. Ecco l’identità di Giovanni profeta: egli era l’Elia che doveva venire come colui destinato a preparare la via al Messia. Il più grande o il più piccolo? Il più grande certo, fra i nati di donna, e più grande anche di Gesù fra i suoi contemporanei! Infatti, Gesù nel suo affacciarsi ad Israele non sembrò certo superiore al Battista, ma piuttosto un suo discepolo più giovane (e più piccolo) di lui, ma in realtà tutto dipende dal Regno di Gesù, che è quindi il più grande.

 

Guardando alla prima lettura Isaia riprende temi tipici del secondo Isaia, ci parla della fioritura della speranza del post-esilio con una serie di immagini di straordinario vigore poetico (deserti, steppe, terre aride che rifioriscono solcate dalle acque, e che divengono feconde come il Carmelo e come il Saron). L’Avvento del Signore non opera solo questi segni cosmici meravigliosi, che ricostituisce quasi l’Eden, ma anche segni terapeutici di salvezza del corpo dell’uomo, sanazione del corpo e del cuore. La VIA SANTA è la grande via tracciata in Babilonia e altre città orientali per collegare fra loro i vari templi e dare vita alle grandi cerimonie religiose, processioni, sfilate, con gli dèi pagani. Il ritorno al Sion della salvezza all’Avvento del Signore sarà un cammino – itinerario analogo.

 

Giacomo nella sua lettera, ci lascia un magnifico invito morale e spirituale alla costanza, cioè a non mollare mai la presa, a portare i pesi delle fatiche quotidiane senza cedere, colmi di speranza, senza lasciare che questa si spenga. Le due parole chiave della versione originale in greco sono allargare e stringere: allargare i cuori, vuol dire avere un cuore, un animo, una mente aperta, ampia, capace di vedere lontano, capace di stabilità, di permanere nella speranza e quindi costante, magnanimo, coraggioso, generoso. Lo stringere invece parla di un cuore-mente-animo ristretto che non riesce a contenere né portare pesi, fatiche, ostacoli, ma che si spazientisce, scoraggia, demorde, chiude i battenti…

 

PER LA RIFLESSIONE

- Udite e vedete: udire e vedere sono una coppia di verbi che evoca la capacità di cogliere l’azione misteriosa di Dio nelle vicende umane anche più tristi ed oscure (dono del discernimento da continuare a coltivare, e curare nella nostra vita personale e comunitaria).

-Tra la venuta storica di Gesù nella carne ed il suo ritorno glorioso la speranza deve farsi paziente e perseverante (lettera di Giacomo). Dobbiamo anche noi divenire come il contadino che getta il seme nella terra poi attende a lungo e serenamente. Siamo capaci di attendere….(cioè, di vivere una lunga e fiduciosa attesa)? O siamo piuttosto impulsivi ed ansiosi nelle nostre valutazioni e decisioni, vivendo le cose con una certa smania…?

- Beato chi non si scandalizza. Giovanni il Battista dubita: anche per lui c’è uno scandalo di fede da superare! Anche lui non comprende il piano di Dio, anche lui è stato avvolto dall’oscurità dei disegni divini, ma non ha cessato di cercare e di interrogarsi. E noi?

- Diamo per scontate le nostre convinzioni di fede? Pensiamo di essere già preparati? Di sapere già tutto sul senso di Dio e della vita?

- Qual è il nostro scandalo della fede che facciamo fatica a metabolizzare e che dovremmo saper superare per crescere in una vita di fede più gioiosa e matura?

- Come crescere nella gioia, speranza, costanza, come potrei fare un po' di più perché nella nostra vita si apra una via santa, un deserto che rifiorisce? Quali strumenti mi sono dato o potrei darmi per vivere l’annuncio di oggi?