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Comunità OFM Convento Eremo S. Felice - Cologna Veneta (VR)

Eremo San Felice

XXV Domenica del Tempo Ordinario Anno C

2025-09-21 15:56

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Riflessioni,

XXV Domenica del Tempo Ordinario Anno C

21 Settembre 2025 Am 8,4-7   Sal 112   1Tm 2,1-8   Lc 16,1-13  SAGGIAMENTE FURBI…LODATI! Il messaggio di questa domenica invita ad un doppio discernim

21 Settembre 2025

 

Am 8,4-7   Sal 112   1Tm 2,1-8   Lc 16,1-13

 

 

SAGGIAMENTE FURBI…LODATI!

 

Il messaggio di questa domenica invita ad un doppio discernimento: quello tra una ricchezza definita due volte, nella pagina evangelica odierna, disonesta ed una invece onesta o buona, così pure come il discernimento fra due forme diverse di scaltrezza una mondana e falsa ed una invece divina ed autentica… Come a dire che ci sono non solo modi diversi di essere ricchi, ma anche modi diversi per essere saggi, uno autentico e virtuoso, ma vi può essere anche una sapienza o scaltrezza falsa ed ingannevole …

 

Per quanto riguarda il tema della ricchezza essa può essere disonesta in due modi diversi: il primo è quando viene accumulata con quelle scorrettezze che talora alcuni mettono in opera per imbrogliare il prossimo (bilance false, misure truccate, prezzi gonfiati in modo scorretto). Tuttavia la ricchezza può essere definita disonesta anche quando promette falsamente, o fa falsamente sperare, una felicità che però non sarà mai in grado di donare…!

 

Il discernimento tuttavia va applicato non solo alla ricchezza, ma anche alla scaltrezza. Vi è infatti una furbizia vissuta secondo logiche tutte umane – mondane, sostanzialmente egoistiche, segnate da preoccupazioni difensive, ed egocentriche. Non per niente la parola furbizia deriva dal sostantivo latino fur  che significa semplicemente ladro…. Quindi la furbizia per i romani era insomma l’abilità dei ladri…, in questa prospettiva essere furbi, o farsi furbi , insomma non sono proprio una cosa molto bella, né buona!

 

La logica evangelica odierna però lascia trapelare la verità che esiste anche una scaltrezza buona, che potremo chiamare in questo caso vera sapienza, la quale si preoccupa sì, anche lei, come la furbizia, di far fruttificare e moltiplicare i beni materiali, ma lo fa non solo con sostanziale onestà, ma anche per condividerli con i poveri e farseli autenticamente amici.

 

Come s’intuisce qui non siamo più nel campo della furbizia umana che cinicamente si approfitta degli altri, ma di una sapienza che guarda verso Dio, assumendo e facendo proprio i criteri di azione propri di Dio! Sostanzialmente allora il Vangelo di oggi è un invito ad interrogarci su cosa consideriamo come vera ricchezza, o vera sapienza.

 

Ad una prima lettura potremmo essere scandalizzati: come mai questo amministratore così disonesto viene lodato?

Con ogni probabilità era una prassi abituale, a tutti nota, che gli amministratori caricavano di tassi d’interesse anche significativi le somme di denaro date in prestito. In questo caso gli sconti che questo amministratore disonesto stava facendo, probabilmente riguardavano proprio gli interessi che erano destinati non al padrone, ma alle sue tasche di avido amministratore. Quindi. quando faceva scrivere ai debitori insolventi: cinquanta barili , anziché cento, oppure ottanta misure in luogo di cento, probabilmente non sottraeva soldi al padrone, né lo danneggiava, ma era lui che, come amministratore, rinunciava al suo guadagno di speculatore….

 

La conclusione di Luca è “Procuratevi amici con la disonesta ricchezza” come a dirci che per andare in Paradiso dobbiamo contare sulla nostra rettitudine, e sulla misericordia di Dio, e fin qua nulla di nuovo, ma occorre contare anche sulla raccomandazione degli altri, e questa sì che è una bella novità!

 

Proviamo a riflettervi sopra: quando abbiamo fatto una buona azione, non tantissimi, però almeno qualcuno di quelli che sono stati da noi beneficiati potrà forse ricordarsi di noi in modo positivo e con una certa riconoscenza… Forse è una piccola cosa, in ogni caso il piccolo bene che abbiamo fatto non sarà stato gettato al vento in modo inutile!

 

Per un attimo ora proviamo ad immaginarci la scena in cui, nel giudizio finale, proprio quella persona, da noi beneficata potrà dire …. “Ehi, però …! Questo qui, quella e quell’altra volta mi ha fatto del  bene per davvero…!” Sarà una parola che Dio non potrà non ascoltare, Lui che non vuole che nessuno sia dispiaciuto in paradiso, e sarà proprio un bel momento…

 

Che bella questa fedeltà nel poco, cioè nella disonesta ricchezza: ogni ricchezza, infatti, è sempre disonesta ed ingiusta. A noi certo l’impegno d’amministrarla bene, con sapienza, ed amore fedele! Tuttavia non riusciremo mai a mettere a frutto tutti i talenti, ne sotterriamo, e ne abbiamo sotterrati, tanti!

 

L’invito del Vangelo odierno è allora quello di non aver paura di sperperarli anche un poco, se questo è per condonare qualche debito…. E’ vero che sono beni del padrone, e non potremmo toccarli. Ma Lui non è  geloso dei suoi beni, perché la cosa a cui Lui tiene di più è che entriamo con Lui nelle sue dimore eterne, raccomandandoci reciprocamente fra di noi perché la carità copre una moltitudine di peccati…

 

Mi pare che alla fine di tutto la cosa davvero più importante, che ci rimane alla fine di questo Vangelo, e sulla quale siamo invitati a misurarci con rigore e chiarezza, è che noi ci si affezioni per davvero al padrone giusto…. Cioè al Dio della vita che perdona ogni nostro debito..