V Domenica di Quaresima Anno B

17 marzo 2024

Ger 31,31-34   Sal 50   Eb 5,7-9   Gv 12,20-33

PROPRIO PER QUESTO…! 

Adesso l’anima mia è turbata (v. 27a).

Quanta amarezza nell’anima di Gesù! Non è solo un sentimento superficiale, ma un’amarezza dell’anima… Egli era venuto in mezzo ai suoi, condividendo in tutto la vita di tutti, come fratello, amico, compagno di cammino. Aveva preso sulle sue spalle le fatiche del suo popolo e annunciato il vangelo del Regno. Ma la sua parola non fu ascoltata, le sue scelte non furono comprese né condivise, lui stesso non fu accolto, anzi fu lasciato solo, criticato, consegnato alle autorità e accusato. Fra poco verranno a prenderlo e qualcuno dei suoi più intimi discepoli lo tradirà. Ormai Gesù è ad un passo dalla sua condanna a morte. 

Quale fu la preghiera di Gesù in queste circostanze?

Lui stesso pare chiedercelo: Che cosa dirò? Come a dire: “Secondo voi come dovrei pregare?”. A noi, spontaneamente, verrebbe da suggerire: “Gesù, prega così: Padre, salvami da quest’ora! (v.27b)”. Ma ben presto arriva la correzione di Gesù: “Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora!” (v.27c). Al di là di ogni amarezza, a Lui è ben chiaro lo scopo di tutta la sua vita: “Per questo sono giunto!”…questo scopo non me lo sono dato io da me stesso, autonomamente, ma me lo ha affidato il Padre, il Padre mi ha affidato un compito ben preciso.

Nel vangelo di Giovanni Gesù continua a ripetere che non vuole fare la sua volontà, ma la volontà del Padre suo. In tutto il vangelo risulta molto chiaro che a guidarlo nelle sue scelte, nelle sue opere e parole erano l’ascolto, la relazione e la testimonianza del Padre suo...Gesù ha detto solo le parole del Padre, ha fatto solo le opere del Padre. Pertanto quando esclama: “Per questo sono giunto a quest’ora! (v. 27c) comprendiamo bene che ci sta dicendo di essere venuto sulla terra appositamente per questa ora, in cui pronunciare con tutto il cuore una parola altissima: “Padre, glorifica il tuo nome! (v.28). 

La glorificazione cui allude Giovanni è quella che si manifesta sulla croce di Gesù. Durante la crocifissione infatti si compirà il giudizio di condanna del principe di questo mondo (“Il principe di questo mondo sarà gettato fuori v31), e la salvezza di tutti gli uomini della terra (“attirerò tutti a me v.32). La glorificazione corrisponde dunque al giudizio di separazione delle tenebre dalla luce. Per Giovanni questo è un giudizio che continua a compiersi ininterrottamente nella storia degli uomini e quindi nel momento presente della vita dei credenti. Pertanto l’ora di cui parla nel suo vangelo (“ora è il giudizio di questo mondo v.31) diviene il punto di raccordo fra Gesù e noi: “Se uno mi vuole servire mi segua” (v.26). In altri termini si tratta di seguirLo dentro la sua ora, senza evitarla e senza rimanerne spettatori esterni. È quest’ora a fare di noi una cosa sola con Lui. Chi farà sua la logica di amare il Padre fino al dono di sé, entrerà con Gesù nella sua ora, ed “il Padre lo onorerà” (v. 26). Siamo nati per questo, che ne siamo consapevoli o meno. Tutto nella nostra vita ci ha preparato e ci prepara a questa ora vertice in cui offriremo tutto noi stessi al Padre.  Anche se, come Cristo, siamo turbati nell’anima e vorremmo evitarla ed esserne liberati… tuttavia il compito della nostra esistenza è entrare e compiere quest’ora. 

La vita ci dona tanta gioia che mai vorremmo perdere! Solo scoprendo il vero motivo per cui siamo venuti al mondo, solo scoprendo il nostro compito nella vita, potremo anche noi imparare a dire come Gesù: “Padre glorifica il tuo nome!”. Altrimenti ci sarà impossibile.

Uno solo ed eterno è il senso della nostra esistenza, ed è che noi esistiamo in Lui… Esso preesiste da sempre ma noi lo scopriamo lentamente, solo poco per volta; può risvegliarsi nell’anima nei modi più diversi, che forse nemmeno ricordiamo…con la nascita di un’aspirazione, di un dolore, di una nostalgia o, forse, di una passione (di giustizia, di bene, di assoluto, di verità, di bellezza…), per poi permanere e crescere in noi. Si radica e matura divenendo amore, rischio, fin quando ci troveremo, quasi senza saperlo, ad essere associati al sacrificio di Cristo. E’ lo scopo per cui siamo venuti sulla terra e non è ve n’è altri. Dire come Gesù “Padre glorifica il tuo nome significa riuscire a dire la preghiera più immensa. Sarà un puro dono di grazia poter ripetere un giorno insieme a Lui: “Padre glorifica il tuo nome con la mia esistenza, illumina il tuo nome col fuoco d’amore che hai acceso in me…In me Signore si compia il tuo giudizio, la luce sia separata dalle tenebre, che io venga attirato in Te!

 

Domande per continuare la riflessione

-In quali occasioni, e per quali motivi ho sperimentato di recente l’amarezza nell’anima? 

-Per quale compito, per quale ora, comprendo, sento di essere stato chiamato all’esistenza?