V Domenica del Tempo Ordinario Anno B

4 febbraio2024


Gb 7,1-4.6-7   Sal 146   1Cor 9,16-19.22-23   Mc 1,29-39

DA CHE PARTE SORGERA' IL SOLE?

Si alzò quando era ancora buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto e là pregava (v.35).

Quando siamo nel buio ed attendiamo l’alba, cerchiamo quasi istintivamente d’orientarci nella direzione in cui si leverà il sole. Marco descrivendo la preghiera di Gesù nell’alba del suo secondo giorno di ministero pubblico, lascia immaginare che Gesù pregasse rivolto verso oriente. La sera prima aveva fatto visita alla suocera di Simone, guarendola da una febbre banale ma che le impediva di servire e poi, di notte, aveva continuato a guarire malati e cacciare demòni, così come aveva fatto durante il giorno. Gesù non vuol saperne di pubblicità, non permetteva ai demòni di parlare (v 34) annota Marco per insegnarci che nessuna conversione a Dio è autentica prima dell’incontro con la passione del Signore. Solo sotto la croce del Signore il catecumeno potrà incontrare il Dio di Gesù Cristo. 

Le due scene appena indicate lasciano poi posto al terzo quadro (vv-35-39), quello di Gesù che, nel buio, prega da solo. Qualcuno potrebbe domandare che bisogno aveva Gesù di pregare dal momento che Lui stesso era Dio. La risposta la comprendiamo se teniamo presente la preghiera per quello che essa veramente è: uno scambio di vita. In quel silenzio, in quel segreto, in quella oscurità che precede l’alba avviene uno scambio misterioso fra il cuore di Gesù ed il cuore del Padre suo: un vero scambio di cuori, affetti, anime. Anche Gesù, in quanto uomo, doveva chiedere al Padre la pazienza, la fermezza della speranza, la forza di andare fino in fondo nel dono della sua vita, fino alla Passione. Nel suo cuore delicatissimo e sensibilissimo, albergavano domande, paure, angosce che dovevano essere superate nell’amore del Padre suo. Gesù nella sua preghiera silenziosa le affidava affettuosamente al Padre, ricevendone in cambio un cuore colmo di amore, luce, pace, fermezza. Noi pure siamo chiamati ad imparare da Gesù questa preghiera nella quale scambiare i nostri affetti con quelli del Padre, semplicemente anche se faticosamente, e con tutta la forza della perseveranza e della pazienza insegnataci da Gesù. 

Anche noi possiamo collocarci tra i malati, come la suocera di Simone, con una febbre che finchè non è sanata ci impedisce di servire, o tra gli indemoniati alla porta della città. I demòni che dimorano in noi non hanno nomi o volti strani: sono tutte quelle viltà, paure, penombre (mescolate magari con nobili ed elevate ispirazioni) che però, a conti fatti, impediscono al nostro cuore di fare quel passo ulteriore e deciso in avanti, nella direzione della speranza, del coraggio, della carità. 

Non ci potremo mai liberare da questi demòni da soli, con la sola forza di un Ego che avanzando s’imponga sulle nostre passioni interne, così come sugli eventi esterni. Potremo piuttosto esserne liberati consegnandole a Qualcuno che le possa accogliere e trasformare in sé. Questa è la preghiera insegnataci da Gesù. Ritroveremo pienamente la nostra anima solo incontrando Qualcuno che sa davvero cosa farsene di noi. Egli prendendo su di sé le nostre tenebre, intende comunicarci, in uno scambio affettuoso, il suo cuore amante. E’ la vita di Grazia, senza la quale non potremo fare nulla. La preghiera notturna di Gesù ci proietta in questa direzione, spalancando le porte su questo segreto ormai aperto ed accessibile. Noi gli consegniamo noi stessi e Lui ci dona il suo cuore. 

Domande per continuare la riflessione

- Quali sono le febbri da cui sono affetto che m’impediscono una più generosa capacità di dire di sì al servizio al prossimo?

- Quali penombre, quali grettezze, quali neghittosità tendono a rendere la mia vita mediocre e poco significativa?

- Qualche volta mi è capitato di sperimentare nella mia preghiera che sia avvenuto davvero uno scambio d’anima, di vita, di cuore con il Signore?