IV Domenica di Quaresima Anno B

10 marzo 2024

2Cr 36,14-16.19-23   Sal 136   Ef 2,4-10   Gv 3,14-21

VENIRE ALLA LUCE…

 

La parte conclusiva del vangelo odierno racconta il cuore stesso del colloquio di Gesù con Nicodemo. In esso viene rivelato come Dio abbia così tanto amato il mondo da permettere all’uomo di ascendere verso di Lui fino a raggiungerlo. E’ la rivelazione del mistero cristiano: Dio non è rimasto chiuso nella sua trascendenza, ma è venuto a condividere la natura umana, permettendo così all’uomo di poterlo raggiungere e avere la vita eterna. Si tratta di una rivelazione d’amore. Dio amante e l’uomo amato vivono in un amore totale, pur nel rispetto della distinzione reciproca. Il discorso fa tuttavia riferimento anche al fatto che chi non si affida a Dio resta vittima del veleno e delle tenebre del mondo. Infatti quando manca la capacità di fondare la propria vita su Dio, le ombre e i sotterfugi umani impediscono all’uomo di entrare in quella luce che è la vita del mondo. 

Il centro di questa rivelazione è legato al tema della fede: è sufficiente credere per entrare nella luce ed essere salvati. Credere tuttavia non è semplicemente un assenso intellettuale o verbale; credere significa coinvolgersi, dare il cuore. Il fedele non è uno che dice “credo” o che nutre qualche vago sentimento. Credere è un esercizio da vivere ogni giorno, implica stabilità e scelte di vita concrete. Non conta quello che uno dice di credere, ma quello che uno esprime con le sue scelte e le sue azioni. La fede è un esercizio costante impegnato a realizzare fedelmente ciò che siamo in profondità. 

Per questo credere domanda il cuore, perché significa amare anche quando questo è difficile e costoso. L’amore mette in croce, non riposa mai, richiede il distacco dai propri affetti, dalle proprie cose, richiede fatica. Quando viviamo così veniamo alla luce: amare è venire alla luce. Noi tutti abbiamo paura di vivere nella luce, di venire alla luce, ci vergogniamo anche quando non abbiamo nulla di cui vergognarci. Per questo un po' tutti noi abbiamo qualche piccolo segreto nascosto nel fondo del cuore. Di solito, la maggior parte delle volte, sono segreti piccoli piccoli… Forse ci vergogniamo quando abbiamo un naso a patata o qualche difetto fisico, forse per qualche lato del nostro carattere o per qualche pensiero o stato d’animo lì accovacciato, che non abbiamo il coraggio di palesare. Se lo facessimo però, ne saremmo liberati, saremmo capaci anche di scherzarci sopra, invece ci è più facile riuscire a confessare qualche grande peccato, piuttosto che esprimere i nostri piccoli difetti. 

Il fatto è che la grande mancanza non possiamo nasconderla, appare continuamente davanti ai nostri occhi, mentre il piccolo difetto, quella doppiezza, quel piccolo egoismo che neppure noi sappiamo decifrare, è così difficile da individuare che preferiamo tenerlo nell’ombra, sottotraccia. Rimane silente, quasi invisibile, ma intanto è lì, forse non cresce ma appesantisce l’aria, aumenta la foschia, e dove prima c’erano colori nitidi e brillanti, ora tutto è grigio e appannato. Nella vita ci sono giornate, a volte stagioni intere, segnate da una luce che permette alle cose di risaltare con nitidezza, rendendole distinte le une dalle altre, luminose e nuove; altre volte giornate o stagioni in cui un grigiore nebuloso mescola in confini ed impedisce di cogliere il senso della distanza delle cose. 

San Giovanni oggi sembra volerci suggerire che la salvezza o la perdizione sono eventi interiori, dell’anima, dipendono dal fatto di scegliere se restare nella foschia dei segreti, per quanto piccoli, risibili e inconfessati, o se esporci alla lucente tramontana del soffio dello Spirito che spazza via tutto ciò che non conta e ci illumina con la luce nuova. Quando restiamo lì, nella luce, non possiamo che operare secondo la luce, ed allora le nostre opere sono fatte veramente in Dio. Infatti quando mi espongo alla luce la luce stessa darà forma e modellerà ispirazioni, stati d’animo, opere ed azioni. Le mie opere apparterranno alla luce perché saranno plasmate veramente dalla luce.

 

Domande per continuare la riflessione 

- Dio ha amato così tanto il mondo! Provo mai a pensare quale misura abbia per me l’amore di Dio? 

-Anch’io ho dei segreti nei recessi del cuore? So venire, e farli venire, alla luce?