Domenica delle Palme Anno B

24 Marzo 2024

Is 50,4-7   Sal 21   Fil 2,6-11   Mc 14,1-15,47

UNO SPRECO SBOCCIATO COME UN FIORE 

Il romanziere M. Ende nel suo romanzo Momo immaginava un orologio fantastico in cui le ore sbocciavano come fiori nuovi, ognuno sempre più bello del precedente. La metafora si avvera nell’amore: quando si ama, la vita sboccia come un nuovo fiore in primavera!

Possiamo parlare in questi termini dell’ora della Passione, concentrandoci in particolare sul gesto squisito che Maria di Betania compì, alla vigilia di essa, versando sul capo del Maestro un vasetto intero di nardo preziosissimo. Anche attraverso questo segno siamo aiutati a comprendere come il momento più drammatico della vita di Gesù divenne anche il più bello e il più grande, perché in esso espresse tutto il suo amore per il Padre e per gli uomini.

Lo “spreco” del nardo diventa infatti la chiave di interpretazione dello “spreco” di amore della sua vita. 

La scena dell’unzione di Betania (Gv 12,1-12), si svolge durante la cena organizzata da Maria e da Marta come gesto di riconoscenza nei confronti del Maestro, che aveva risuscitato dai morti il fratello Lazzaro (Gv 11,1-44). L’episodio funge da preambolo della Passione ed è uno squarcio di luce su di uno sfondo di tenebre. Tenebre date non solo dalla congiura, ormai avanzata, contro Gesù, ma anche dalla reazione di sdegno di alcuni discepoli, fra cui Giuda: “Perché tutto questo spreco? ..si poteva darlo ai poveri..!” ((cf. Mt 26,8; Mc 14,4-5). 

Il lettore del vangelo viene messo di fronte ad una scelta: “Da che parte sto”? Da quella di Maria o da quella di Giuda? Matteo e Marco mettono in relazione la scelta di Maria con la possibilità stessa d’evangelizzare, affermando come non si potrà proclamare l’Evangelo senza parlare del gesto di questa donna. Gesù non aveva mai tessuto un elogio così alto per nessuno. Come interpretarlo? Gesù loda Maria perché, pur con una limitata consapevolezza di quello che stava per capitare, fa la cosa giusta al momento giusto, la cosa migliore! Il suo gesto profetizza ed annuncia la trascendenza e l’unicità della persona divina di Gesù. Quello che fa Maria è frutto del suo cuore e della sua ispirazione d’amore: non poteva certo prevedere l’andamento delle cose come poteva farlo Giuda. Maria sa solamente, con il cuore e l’anima, che Gesù merita una preferenza assoluta, al di sopra di ogni calcolo. 

L’insegnamento è che questo gesto di preferenza illimitata è la prima ed ultima opera buona del Nuovo Testamento, tanto da poter affermare che una chiesa in cui mancasse questa profezia non potrà nemmeno fare l’annuncio evangelico. Ogni gesto di amore e di dono nella chiesa, deve avere necessariamente Gesù come scopo finale che non può essere confuso con nessun altro scopo. 

Nel gesto di Maria comprendiamo come ogni azione umana si qualificherà e si giudicherà, alla fine, in riferimento alla persona di Gesù. Dalla relazione con Gesù, Figlio dell’uomo e Re della gloria, tutto l’essere e l’agire dell’uomo riceve il suo significato ultimo. Nella vita, anche se cerchiamo le vie intermedie, alla fin fine quello che siamo e diventiamo dipende dalle nostre scelte, dai nostri sì e dai nostri no. Noi siamo le nostre scelte e a determinare la nostra identità più vera sono le aspirazioni più grandi che abbiamo. Maria di Betania versando il nardo sboccia, come un germoglio fiorito, ad una vita e ad un’identità nuove. Lei è divenuta ormai la sua scelta, una scelta operata forse ancor prima d’esserne stata del tutto cosciente, ma che esprimeva qualcosa di fondamentale e profondo nella sua anima. Tutto il resto della sua vita ormai non sarà che un susseguirsi di episodi che avranno senso solo in relazione a quel centro.

 

Domande per continuare al riflessione

- Le mie scelte quanto esprimono la preferenza accordata a Gesù in quanto persona divina, così da determinare la mia identità più vera?

- Sono pronto a “sprecare” la mia vita per donarla?

- Quanto in me vi è di Maria di Betania, e quanto di Giuda e dei suoi amici?