2Re 4,42-44 Sal 144 Ef 4,1-6 Gv 6,1-15
UNA NUOVA LOGICA D'AMORE
Dopo essere entrati, domenica scorsa, nella “sezione dei pani” di Marco, da oggi, per cinque domeniche consecutive, la liturgia ci accompagnerà col capitolo sesto dell’evangelo di Giovanni. Abbiamo oggi l’evento della folla sfamata miracolosamente, mentre nelle prossime domeniche percorreremo il discorso di Gesù a Cafarnao, tutto incentrato sul tema del pane della vita…
Riguardo all’episodio della moltiplicazione dei pani sappiamo come tutti e quattro gli evangelisti lo narrano, Matteo e Marco addirittura due volte; in tutto ne abbiamo sei racconti…nessun’altro segno operato da Gesù riceve tanta attenzione! Sicuramente in una cultura ed in un popolo abituati ad un’endemica carestia di cibo, l’episodio faceva clamore, ma sono anche altri i motivi d’importanza del brano. Nel leggerlo, pur badando a non perder di vista la coloritura eucaristica dell’episodio, dovremo evitare interpretazioni spiritualistiche e rimanere bene ancorati al suo significato più letterale.
Sarebbe inoltre immediatamente fuorviante leggere l’episodio a partire dall’idea della moltiplicazione. Giovanni non ci parla affatto di una moltiplicazione ma di una condivisione. Quando abbiamo un problema noi pensiamo subito a come moltiplicare le cose: i beni materiali, ma anche quelli intellettuali, spirituali, le amicizie, le informazioni, i successi. Se poi non ne siamo davvero capaci ci sentiamo autorizzati a chiamare in causa Dio perché faccia Lui al nostro posto queste moltiplicazioni.
Ad esempio di fronte al problema della fame nel mondo noi vorremmo risolverlo moltiplicando beni e risorse. Gesù invece apre la porta ad una logica diversa: quella della condivisione. C’è un parallelismo con i racconti dell’Esodo: come al tempo di Mosè, Dio diede la manna, così Gesù sfama coloro che lo seguono. Molti richiami vogliono presentare Gesù come il nuovo Mosè che inizia con il popolo un nuovo esodo. Se la meta del viaggio di Mosè era Canaan, quella proposta da Gesù è il Regno di Dio. Esso non riguarda in primo luogo il paradiso, ma piuttosto un modo nuovo di vivere nella storia e sulla terra, qui e ora.
Nelle varie versioni evangeliche della cosiddetta moltiplicazione dei pani gli apostoli esprimono vari dubbi sul fatto che i cinque pani e i due pesci di quel bambino potessero essere sufficienti. In quei dubbi, espressi con franchezza, siamo chiamati a leggere le nostre stesse perplessità: sarà mai possibile far nascere un modello sociale nuovo in cui sarà offerta a tutti, anche ai meno dotati, la possibilità di vivere secondo il progetto di Dio? Una società in cui proprio tutti, potranno soddisfare i loro bisogni fondamentali? Possiamo davvero pensare che le risorse del mondo siano sufficienti per tutti gli uomini?
Nei dialoghi di Gesù con i discepoli emerge che in realtà non c’è soluzione, le risorse sono insignificanti rispetto alle necessità, anzi si può anche dubitare della bontà stessa della creazione! Gesù, proprio su questa soglia, prospetta la sua soluzione: il mondo nuovo, la società nuova, potrà nascere prendendo il pane che è stato offerto, e distribuendolo… Il significato simbolico del gesto di Gesù è molto forte. Giovanni è l’unico ad osservare che fu un bambino a mettere a disposizione di tutti il poco cibo. Il bambino è il simbolo del discepolo autentico, infatti chi vuole entrare nel Regno deve diventare come un bambino. Non c’è spazio ad equivoci: il bambino è il discepolo chiamato a mettere a disposizione dei fratelli tutto ciò che possiede. In buona sostanza questo è il messaggio centrale del vangelo di oggi.
I problemi della giustizia e della pace nel mondo non potranno essere risolti moltiplicando i beni, ma attraverso la capacità e la decisione di accantonare egoismi e bramosie, mettendo a disposizione dei fratelli ciò che si ha a propria disposizione. Allora il miracolo accade: tutti vengono sfamati, ed il pane avanza.
Domande per continuare la riflessione
-Il messaggio centrale del testo di Giovanni non parla tanto della moltiplicazione ma della condivisione. Noi siamo capaci di aprirci alla logica della condivisione?
-Cosa vuol dire per me “diventare come un bambino”?.