Domenica di Pasqua

31 marzo 2024

At 10,34a.37-43   Sal 117   Col 3,1-4   Gv 20,1-9

CHI CI FARA' ROTOLARE VIA LA PIETRA?

Tre donne, quand’è ancora buio, si recano al sepolcro, portando con loro oli aromatici. Quello stesso amore che Maria di Betania aveva espresso con un’unzione che Gesù aveva approvato, è conservato intatto nei loro cuori. Il loro gesto è orientato ad un morto, ma vivente nei loro cuori. Accingendosi a questa operazione sono però preoccupate da un serio impedimento al loro proposito: chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro? Le donne sono consapevoli che di fronte a loro c’è un macigno che non possono muovere. Fra il loro desiderio e la possibilità di realizzarlo si pone un ostacolo insormontabile.

Un diaframma si è frapposto tra il desiderio di queste donne che avevano intuito nel Maestro la presenza dello sposo messianico, e la possibilità concreta di entrare ora in contatto con il suo corpo crocifisso e sepolto. Anche dopo la crocifissione, la morte, e la sepoltura, la loro convinzione che Gesù fosse sacerdote, re, profeta e sposo rimaneva intatta. In mezzo però permane un macigno che sigilla e certifica la separazione assoluta fra mondo dei morti e quello dei vivi. Rimane però accesa questa tenue ed ostinata fiamma d’amore delle donne, una fiamma diventata fuoco divorante durante quell’attesa notturna.

L’ansia per un impedimento che impedisce l’accesso ad un bene vitale, non è sconosciuta nelle Sante Scritture: per esempio, in Genesi 29,10, troviamo una domanda analoga, a proposito di quella pietra che impediva a Rachele e Lia di attingere acqua al pozzo per se stesse e per il loro bestiame. Sarà l’intervento di Giacobbe a permettere alle due sorelle di dissetarsi. Poi anche nell’Apocalisse una domanda simile: “Chi è degno di aprire il libro e sciogliere i sigilli?...Io piangevo molto…. Non piangere, ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, e aprirà il libro e i suoi sette sigilli” (Ap 5,1-14).

Dunque l’interrogativo che accompagnava le donne nel loro tragitto notturno verso il sepolcro aveva accompagnato anche la tradizione d’Israele, ed avrebbe poi accompagnato anche la storia della Chiesa. Non è dunque un interrogativo limitato al fatto materiale, ma un interrogativo che racchiude in sé un simbolismo misterioso che riguarda la nostra vita: chi farà rotolare via le e pietre che bloccano il nostro accesso alla fonte dell’acqua viva della libertà, dell’amore, d’una vita sensata e nella gioia? Chi ci aiuterà a scoprire che la sofferenza, il male, la morte non sono l’ultima e definitiva parola, ma che l’ultima parola è la fedeltà di Dio, che ci ha liberato dai nostri nemici e ha risuscitato il suo Figlio Unigenito dai morti?

Per toccare il corpo di Gesù, infatti, ed abbeverarsi dell’acqua viva della sua presenza vivificante occorre rimuovere la pietra, e passare dalla lettera allo spirito, da una religiosità esterna (o formale) ad una spiritualità personale e interiorizzata, dal moralismo alla personalizzazione della proposta evangelica. Chi ci farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro?”  Insieme ai Padri della Chiesa possiamo rispondere: la fede. La fede infatti ci fa scoprire dentro la roccia la fonte stessa della vita.


Domande per continuare la riflessione

- Quali macigni tengono chiuso il mio cuore in questo momento della mia vita?

- Chi farà rotolare via la pietra dall’ingresso del sepolcro in cui mi scopro d’essere prigioniero?