Auguri da G. Visentini

foto G Visentinijpg

“Chi andò, chi recò doni / non teme questo vento di mutazione: / tende le mani ferme sulla fiamma / sorride dal sicuro / d’una razza di longevi”

Il poeta (Mario Luzi in “Epifania”) immagina una carovana di persone che accompagna i magi, chi portando qualcosa, chi con mano vuota ma tenendo una fiaccola, per vedere la “cuna”, la culla. E poi, dopo il lungo viaggio, ognuno si riscalda attorno ad un fuoco e porta dentro di sé una gioia grande che si esprime con un sorriso. E il poeta definisce questa gente che ha visto la “cuna” una razza di “longevi”, nel senso di persone che possono vivere in pieno e sanno guardare con fiducia al futuro perché i loro occhi “hanno visto la salvezza” e non temono il cambiamento, il grande mutamento, questo vento che, dalla culla, tutto trasforma. Ecco l’augurio che mi faccio e faccio a tutti gli amici dell’eremo è di sentirsi parte di questa “razza di longevi”: capaci di sorridere perché sanno guardare oltre e perché pongono la loro fiducia sulla “cuna”. Ed infine credo che tutti noi, amici dell’eremo, ci auguriamo veramente con il cuore, in questo nuovo anno, di poter tendere le mani, da vicino e in presenza, verso il fuoco dell’eremo. Fuoco che ci riscalda, ci rinnova, ci ridona energia per il nostro cammino.

Gianluigi Visentini