2 marzo 2025 Sir 27,5-8 Sal 91 1Cor 15,54-58 Lc 6,39-45 CON LA MISURA CON CUI MISURATE, SARA' ANCHE A VOI MISURATO Due domeniche fa il vangelo delle Beatitudini proclamava beati coloro che abitualmente tutti noi consideriamo infelici (i poveri, gli affamati, i perseguitati) e sconfessava le persone di successo (coloro che fanno carriera, che occupano posti di rilievo nella società, o che erano benestanti). Come se questo rovesciamento di criteri non bastasse, domenica scorsa Gesù proclamava un impegnativo principio di non violenza: il cristiano non può reagire al male con il male, restituire colpo su colpo, ma occorre essere sempre attenti a cercare di fare il bene anche a coloro che ci osteggiano, o si rivelano e comportano con noi come avversari. Davanti ad affermazioni così forti spesso, anche nelle nostre comunità cristiane, vi è sempre qualcuno che cerca d’addolcire la pillola: Beh, sì è vero, ma non occorre esagerare, sì, sì è bene cercare di perdonare ma non essere ingenui o sprovveduti, mica dobbiamo essere sempre generosi, se no saremo sopraffatti da gente senza scrupoli… Queste distinzioni, questi ragionamenti rischiano spesso e volentieri di svuotare il messaggio di Gesù della sua carica profetica ed innovativa; coloro che insegnano così sono proprio quei falsi maestri da cui oggi il Signore c’invita a guardarci con decisa attenzione e senza incertezze… Gesù chiede ai suoi di scegliersi con sapienza il proprio maestro. Senza maestro non progrediamo nella sapienza. Tutti noi, per crescere nella via del bene, abbiamo bisogno della presenza di un maestro, senza non si cresce. Tuttavia è necessario anche scegliere un maestro saggio perché un cieco non può guidare un altro cieco (v.39). Scegliendo come maestro una persona senza saggezza incorreremo in grandi pericoli, e saremo esposti alla rovina. Come può un cieco proporsi per guidare un altro cieco? È altamente probabile che sia l’uno che l’altro finiscano per precipitare in qualche dirupo! Accadde una volta che i discepoli andarono da Gesù per avvertirlo come i farisei gridassero allo scandalo per i suoi insegnamenti. Ricordiamo come Gesù reagì? Li invitò a fare delle scelte: “Ma da che parte state? Non vi accorgete che sono ciechi e guide di ciechi? Lasciateli! ” (Mt 15,14). Questa volta però, nel vangelo di oggi i destinatari del rimprovero di Gesù non sono più i farisei, né gli scribi, ma discepoli stessi. Infatti è aperto e sempre incombente proprio su di loro il rischio di essere e comportarsi come delle guide cieche… In altri termini Gesù denuncia il rischio di non essere suoi discepoli; smettono di esserlo se non badano bene a non lasciarsi orientare dai ragionamenti e dalle osservazioni dettate dalle convenzioni del buon senso corrente, e delle convenzioni umane…. In quell’area grigia si rischia non solo di smarrire la profezia, e la lucidità etica e morale, ma si corre anche il rischio di cedere ai compromessi con la mentalità relativista del mondo, perdendo la bussola dei grandi principi teologici, etici e morali, alla fine anche il discepolo rischia di cadere in un vero e proprio baratro morale… Questi avvisi di Gesù invitano i suoi discepoli, quindi tutti noi cristiani, ad essere vigilanti: nella vita si presentano a noi tante persone rivestite con gli abiti del maestro. Persone che si vantano di conoscere i veri orientamenti della vita, ma che invece sono sprovvisti di lucidità e profondità. Per questo è necessario tornare sempre a Gesù, rifarsi sempre a lui, per essere da lui guidati ed orientati. Gesù vuole autenticamente il nostro vero bene, e ci domanda docilità e fiducia. Egli infatti ci vuole condurre, e ci conduce, alla comunione con il Padre e contemporaneamente con tutti gli uomini e le donne, nostri fratelli e sorelle in umanità. A questo riguardo vale la pena anche soffermarsi sulla domanda che Gesù rivolge a noi, suoi discepoli : “Ma come mai tu sei così bravo ed attento ad accorgerti di ogni pagliuzza che c’è nell’occhio del tuo fratello, mentre della grossa trave che è nel tuo non t’accorgi nemmeno?” Davvero succede proprio così tantissime volte! Mentre con noi stessi tendiamo ad essere indulgenti e permissivi, con gli altri siamo molto attenti ed esigenti! Siamo tanto indulgenti con noi stessi perché conosciamo tutte le circostanze che, almeno in parte, spiegano i nostri comportamenti zoppicanti. Noi riusciamo sempre a giustificare le nostre mancanze accampando varie scuse. Gli altri invece li giudichiamo dall’esterno, sbrigativamente ed in fretta, e per questo lo facciamo con una certa veloce severità… Ecco che Gesù ci mette in guardia da questo atteggiamento veloce e sbrigativo, che è tanto contrario alla carità e che produce in famiglia, e nelle comunità, sempre nuovi motivi di dissapore, tensione, discussione, conflitto. Una vita famigliare e/o comunitaria per essere vissuta nella pace e nella concordia richiede a tutti noi di vivere con indulgenza nei confronti degli altri, e corretta esigenza nei nostri confronti, verso noi stessi. Solo così in famiglia, o in comunità, potrà regnare la comprensione e la pace. Vuol dire che non possiamo fare o condividere con gli altri le nostre osservazioni? No certamente, questo può e deve essere fatto! Il punto è però come e quando questo viene fatto! Dobbiamo farlo con parsimonia, discrezione, umiltà, rispetto, e vera carità. La legge di Cristo è la legge della carità e quando ci diciamo le cose dobbiamo farlo a partire dalla carità, con un atteggiamento profondamente intriso di carità, e con un vero fine d’amore e di bene! Se invece giudichiamo frettolosamente gli altri mettiamo anche noi in pericolo perché “con la misura con cui misurate sarà misurato anche a voi” (v.38). Stiamo dunque sempre bene attenti a quello che manifestiamo all’esterno, ed a come lo manifestiamo, la bocca parla dalla pienezza del cuore. Se stiamo sempre a criticare gli altri vuole dire che il nostro cuore è intossicato di cattiveria, ma questo è perché siamo noi ad essere cattivi! Se invece abbiamo un cuore buono troveremo sempre dei buoni motivi per comprendere e scusare gli altri, per aiutarli, incoraggiarli, ed infine difenderli! Il cuore nuovo è quello di Gesù, e lo spirito nuovo è lo Spirito Santo. Il Figlio di Dio che ha voluto avere un cuore umano voglia comunicarci il suo stesso cuore, ed il suo amore, per vivere in pace gli uni gli altri. Padre Santo donaci un cuore nuovo, donaci una rinnovata fiducia nel cuore del tuo Figlio Gesù. Sia questo cuore a rinnovare ed ammorbidire la durezza del nostro cuore perché possiamo essere sempre e con tutti i nostri fratelli e sorelle uomini e donne di pace, riconciliazione, dialogo e perdono. Per Cristo Nostro Signore. Amen.